Il gelso di Gerusalemme by Paola Caridi

Il gelso di Gerusalemme by Paola Caridi

autore:Paola Caridi [Caridi,Paola]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2024-09-03T00:00:00+00:00


Lifta, isola dell’abbandono

Non ci sono solo gli alberi imposti, come sono stati i gelsi che a decine di milioni hanno popolato il Monte del Libano. Ci sono anche gli alberi che si impongono, riprendono corpo all’interno di un contesto che è stato anche umano e, in questo caso, urbano. Città, villaggi, insediamenti urbani abbandonati per i più diversi motivi: un terremoto, una guerra, una catastrofe, un’esplosione, un confine fatto di cemento. O una “terra di nessuno”, come se la terra, peraltro, possa essere di qualcuno.

Succede, in genere, quando gli esseri umani abbandonano il campo, per stanchezza oppure perché nuovi confini diplomatici o economici, modificati e ridisegnati, cambiano lo stato delle cose, e della geografia, e non è più possibile tornare indietro. Vietato rientrare nelle case, ritornare indietro nel tempo e nello spazio. Il caso classico è quello che riguarda proprio il paesaggio delle frontiere, un nuovo scenario – questo sì – imposto dagli esseri umani tanto quanto è imposto quello che lo ha preceduto. Prima un insieme di case, di pietra o di cemento, poi quelle stesse case lasciate senza l’umano dentro. Macerie, in genere, piene di oggetti senza più forma, e di cadaveri sepolti dalle rovine. Cosa succede, dunque, quando il nonumano, e in questo caso le piante e gli alberi e i muschi e le foglie secche e l’humus, si trovano senza le limitazioni imposte da un governo umano della terra, dai giardini ai campi? Come agisce una pianta, per esempio, nella “terra di nessuno”, in cui a nessun umano dovrebbe essere consentito di gestire la terra? E ancora, quali contromisure mettono in atto quando devono reinventarsi un modo di vivere in terreni altamente inquinati, avvelenati, distrutti? Cosa fanno gli alberi, per esempio, in quella “terra di nessuno” che a Cipro definisce il confine tra la parte greca e la parte turca? Cos’hanno fatto le piante a Černobyl, o cosa faranno a Gaza?

Cosa fanno molte piante lo sappiamo, è evidente nei luoghi in cui, in tutto il mondo, è già successo: riprendono possesso. O forse, riprendono la loro presenza. La parola possesso, difatti, usa un concetto sin troppo umano per sovrapporlo al pensiero e al comportamento di un albero. Possesso e proprietà sono letture umane della realtà. Seguendo il filo disteso da Cal Flyn nel suo Isole dell’abbandono, “nel corso del tempo, alla natura è stato permesso di lavorare senza vincoli, fornendo una visione di valore inestimabile della sua saggezza sugli habitat in evoluzione”.10 Osservare il comportamento della natura resa di nuovo libera senza le costrizioni imposte dall’umano dà indicazioni preziose, anche sulla nostra lettura della terra e del dispiegarsi della storia.

Lifta è un’“isola dell’abbandono”, a tutti gli effetti. E cioè un luogo da cui gli umani sono fuggiti, cacciati durante la Nakba, lasciando lo scheletro di pietra di un villaggio palestinese travolto dalla guerra del 1948. A prima vista, pur essendo lungo la tangenziale che circonda Gerusalemme, il vecchio villaggio di Lifta non si scorge se non in ritardo sulla destra, con la coda dell’occhio. Le auto



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